La psicosomatica parte dal principio per cui psiche e corpo sono piani espressivi diversi della medesima condizione esistenziale della persona, cui guardare in chiave olistica, cioè qualitativamente unitaria.
Quando la persona si ammala è la sua globalità psichica e corporea ad esserne interessata; l ’alterazione organica è espressione di un disagio che va indagato oltre che in quanto fenomeno da curare, come espressione di una problematica psicologica ed esistenziale.
Il corpo rappresenta il malessere attraverso una precisa disfunzione dell’organismo che va interpretata. La psicoterapia ad indirizzo somatico indaga il racconto del corpo, interpretandone il codice simbolico e scoprendo in questo modo ciò che la persona sta vivendo.
La tecnica d’elezione per affrontare i disturbi psicosomatici è la DISTENSIONE IMMAGINATIVA, tecnica di rilassamento che utilizza il codice corporeo e quello immaginativo-simbolico per ricollegare il sintomo ad un vissuto emozionale e psicologico, limitandone l’espressività somatica e portandolo ad un livello di elaborazione consapevole e cosciente, sul piano ideativo, di pensiero, ed emotivo, a caratterizzazione affettiva. Tanto più un sintomo è pensato, elaborato e sentito in modo affettivo, simbolico, meno si esprimerà sul versante fisico, con sintomi e sofferenza.
Indirizzo Junghiano
Il modello teorico di riferimento è il pensiero junghiano, secondo cui sono i simboli, le metafore e le analogie rappresentano le chiavi di lettura più efficaci per la comprensione dei disagi, nella loro origine ed evoluzione; sintomi e malattie non sono ridotti a problema da risolvere, ma visti più ampiamente quale via attraverso cui la persona si racconta e si affaccia alla soluzione.
Si utilizzano quindi gli strumenti del setting ( la parola, le immagini – nel sogno, fantasie, disegni, etc. ) per dialogare con la persona e il suo disturbo, favorendone il percorso di crescita verso la migliore conoscenza di se stesso e la guarigione ( processo di individuazione).